Che cos’è il mondo? Io non lo so davvero.
Ma proviamo qualche interpretazione.
Il mondo, per come la vedo io, è la nostra interpretazione di qualcosa che non è definibile.
Ognuno di noi si abitua, crescendo, a dare significato alle cose.
C’è un significato comune a tutti gli uomini e un significato totalmente diverso tra uomo e uomo.
Il primo significato è studiato dalla semiotica.
Sul secondo non ci capisce nessuno una mazza. Anche se tanti ne hanno parlato.
Il concetto che mi sembra più interessante qui è quello dell’inconoscibilità di ciò che stiamo osservando. Ciò che sta dietro alla nostra interpretazione è inconoscibile.
Noi vediamo soltanto ciò che i nostri sensi ci permettono di vedere, nella modalità in cui ci consentono di vederlo. E nulla più.
Tanto che è legittima la domanda se esista davvero qualcosa dietro a ciò che vediamo o se non siano i nostri sensi stessi a produrre ciò che vediamo, come mi sembra plausibile.
Nella kabbalah si dice che ciò che c’è dietro la nostra percezione è “Azmutò” ossia ciò di cui non è possibile parlare.
Questo potrebbe essere interpretato anche dicendo che la stessa percezione è tutto. E non si può parlare di qualcosa al di là della nostra percezione. E, attenzione, anche le percezioni spirituali o le comprensioni filosofiche o scientifiche rientrano nella percezione.
Quindi fuori di qui non c’è nulla.
Nella kabbalah si dice anche che “Non c’è nessuno tranne Lui”. E con “Lui”, cioè “Dio”, si intende la “Natura”, il mondo stesso. Non c’è nessuno tranne il mondo.
L’uomo crea il suo mondo. Non perché costruisce volontariamente qualcosa, ma perché tutto è una sua percezione.
A questo punto, anche il concetto di “percezione” risulta sbagliato. Perché non si tratta più di percepire qualcosa fuori di noi, ma siamo noi a costruire qualcosa. Quello che penso di percepire adesso è una mia creazione.
In realtà non è neanche così. Perché non sono io a creare questa percezione. Non c’è nessuna volontà nel farlo. Io non posso percepire il mondo in modo diverso da come lo percepisco. Io non scelgo le mie interpretazioni. Esse accadono. La costruzione si costruisce da sé. Anche le mie teorie e le mie credenze sono frutto di una costruzione che ho imparato a fare nella mia vita attraverso tutte le mie esperienze necessarie. Il mondo accade.
Che cos’è il mondo? Il mondo sono io.
Ma anche questa è una mia interpretazione.
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